L’arte del Marketing è da sempre esperta dell’ipnosi dello sguardo. Tanto meno è evidente la strategia di seduzione, maggiore la possibilità di costruire consenso e produrre consumo. Nel lavoro di Gavino Ganau appropriazione e montaggio sono metodo costruttivo e decostruttivo insieme. In un’epoca “immaginaria” come la nostra, la rappresentazione tenta di sostituirsi alla realtà e l’apparenza si finge neutrale, si vende come affidabile. Dietro a fotografie che si mostrano come inconfutabili e brevi slogan urlati e ripetuti, il potere delle immagini può farsi utile alla costruzione di immagini di potere. Non è un caso che il politico e il religioso abbiano da sempre guardato con grande interesse e preoccupazione all’effetto persuasivo di un manifesto, al culto dell’icona, alla produzione artistica del momento. Questa nuova serie pittorica abbandona il privilegio del bianco e del nero delle produzioni precedenti , per aprirsi ai passaggi intermedi e si accosta all’illustrazione, più vicina al mondo della pubblicità e dell’editoria, che Ganau omaggia di riferimenti, citazioni, saccheggi. L’artista decide qui di prendere posizione dalla parte dei soggetti esposti alle controversie della propaganda, accoglie la sfida contemporanea posta al ruolo politico dell’arte e ne celebra i momenti di massima potenza critica. Prendere posizione significa però interrogare la stessa postura delle opere in mostra. A new marketable series solleva la soglia d’attenzione sul fascino dell’estetica al servizio del marketing pubblicitario e politico. Gioca a carte scoperte. Dichiara senza riserve il valore commerciabile dell’oggetto-opera d’arte che, liberato dalla sua aura mistica, può farsi anche scambio, circolazione, consumo, guadagno. Ma, proprio perché radicalmente critico, quasi autoimmune, non firma una resa incondizionata al mercato.
top of page
bottom of page
Comments